In questo momento di sospensione dalle nostre abitudini e dai nostri legami, giocare è un modo per mettere in scena le relazioni che mancano e affrontare paure. Questa è la chiave dei bambini.
Mosse dal desiderio di continuare a occuparci delle questioni delle famiglie proponiamo alcune riflessioni sulla quotidianità al tempo della pandemia; una situazione nuova, inaspettata e soprattutto dai contorni indefiniti che, se non pensata, rischia di cristallizzarsi come un tempo vuoto e angosciante.
In questo momento di sospensione di tutte le attività didattiche e non solo, tutte le famiglie sono alle prese come una nuova ri – organizzazione.
Per nessuno è facile questa fase di sospensione dalle nostre abitudini e dai nostri legami affettivi, ancor di più per i genitori con bambini piccolissimi a cui è difficile spiegare il perché non sia possibile andare all’asilo, vedere le proprie insegnanti, i propri amici e i propri nonni.
Nonostante le mancanze che ci troviamo a vivere, è utile chiedersi cosa si può fare nonostante tutto, nell’assenza qual è la presenza che possiamo preservare? Cosa ci sarebbe piaciuto fare quando non avevamo tutto il tempo a disposizione presi dalla frenesia quotidiana?
La foto che apre l’articolo è di un bambino che gioca con i suoi amichetti, “4 amici al bar”. Nel gioco, per i bambini, ma anche per gli adulti, la realtà si trasforma, diventa immaginaria.
Quel bambino mette in scena relazioni, proprio quelle che non possiamo vivere, ma che continuiamo a desiderare. E se ci gioco, con gli amici, non sono solo.
Accorgersi del gioco dei bambini ci aiuta a capire come stanno e, forse, stiamo vivendo in famiglia. Questa suggestione risponde secondo noi alla domanda: “Come dico a mio figlio cosa accade e cos’è il coronavirus?” Crediamo che non serva la realtà, l’iper-realismo, ma stare nel gioco, stare al gioco.
Un gioco è l’espressione del mondo interno e relazionale del bambino; dunque può essere fatto di scambi, ma anche di aggressività. E’ comunque pieno di simboli.
La presenza da preservare è il rapporto. Con i genitori, con gli amichetti.
Una mamma ci racconta che sua figlia, di 5 anni vuole leggere sempre un libro dal titolo “le cose che passano”. “Sono tante le cose che passano, si trasformano e volano.” Esordisce il libro. Gli uccelli, il sonno, una ferita, i pensieri neri, la pioggia, la polvere che va e viene. “Tutto prima o poi passa, ma c’è una cosa che non se ne andrà mai.” E termina con la foto dell’abbraccio tra madre e figlio o per estensione di coloro che si vogliono bene.
La mamma dice: “vuole leggerlo tutte le sere”.
E se lo sfogliaste, lo leggereste anche voi.
Ve lo consigliamo.
Con questo articolo vorremmo istituire una sezione “Relazioni in famiglia” con riflessioni, curiosità e vostri commenti.
Sitografia e suggerimenti di siti per bambini e famiglie:
Fare ordine e programmi al tempo del Coronavirus
Francesca Magrini, Studio Ma.Cri., psicoterapeuta, f.magrini@macripsicologi.it
Paola Izzo, psicoterapeuta, coordinatrice di asili nido nel Lazio, paolaizzo1@virgilio.it
Insieme ci occupiamo di consulenza e incontri di gruppo con genitori di bambini di asili nido sui temi della genitorialità.
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